SEMINARIO

Seminario Arcivescovile

Il Seminario Arcivescovile di Lecce è una comunità vocazionale che aiuta i ragazzi e i giovani a discernere il progetto di Dio nella propria vita, sostenendo la loro crescita e maturazione umana, culturale e spirituale. I seminaristi frequentano le scuole della Città e vivono l’esperienza di comunità durante la settimana. 

Il Codice di Diritto Canonico prescrive: «Si mantengano, dove esistono, e si favoriscano i Seminari Minori o altri istituti simili; in essi, allo scopo di incrementare le vocazioni, si provveda a dare una particolare formazione religiosa insieme con una preparazione umanistica e scientifica; anzi, se lo ritiene opportuno, il Vescovo diocesano provveda all’erezione del seminario minore o di un istituto analogo».

  1. Lo scopo del Seminario Minore è aiutare la maturazione umana e cristiana degli adolescenti, che mostrano di avere in sé i germi della vocazione al sacerdozio ministeriale, al fine di sviluppare, conformemente alla loro età, quella interiore libertà che li renda capaci di corrispondere al disegno di Dio sulla loro vita. Laddove questo servizio non si dà nella forma istituzionale del Seminario Minore, ogni Chiesa locale si assuma comunque l’importante compito di provvedere all’accompagnamento degli adolescenti, promuovendo nuovi approcci e sperimentando forme pastorali creative, al fine di aiutare e orientare la loro crescita umana e spirituale. Si possono citare, fra altre possibilità, i gruppi vocazionali per adolescenti, le comunità di accoglienza vocazionale, i collegi cattolici e altre.
  2. Nei Seminari Minori occorrerà considerare alcune qualità del ragazzo, nonché gli specifici “indizi di vocazione”. Concretamente, di grande utilità si possono rivelare, per la valutazione, alcune esperienze anteriori, qualificanti la vita di fede dei ragazzi: ad esempio, il legame spirituale con un sacerdote, il ricorso frequente ai sacramenti, una iniziale pratica della preghiera, l’esperienza ecclesiale parrocchiale o vissuta in gruppi, movimenti e associazioni, la partecipazione alle attività vocazionali promosse dalla Diocesi, l’assunzione di qualche impegno di servizio nella realtà ecclesiale di appartenenza. Occorre inoltre considerare alcune qualità umane che, se debitamente sviluppate, possono aiutare i giovani nella maturazione vocazionale. Spetta quindi ai formatori verificare l’idoneità complessiva (spirituale, fisica, psichica, morale e intellettuale) degli eventuali candidati.
  3. Durante il cammino vocazionale del Seminario Minore dovrà essere presa in considerazione la dinamica della crescita della persona, in modo adeguato all’età e con particolare riferimento ad alcuni aspetti: la sincerità e lealtà di fronte a sé e agli altri, il progressivo sviluppo affettivo, la predisposizione a vivere in comunità, la capacità di coltivare amicizie fraterne, il buon grado di responsabilità rispetto ai doveri personali e ai compiti affidati, la creatività e lo spirito di iniziativa, la giusta espressione della libertà, la disponibilità a un cammino di preghiera e di incontro con Cristo.
  4. Facendo esperienza dell’amicizia con Gesù, i ragazzi imparino a vivere e sviluppare la fedeltà al Signore, sostenuti dalla preghiera e dalla forza dello Spirito Santo, perché maturino: il servizio umile, inteso come disponibilità verso gli altri e come attenzione al bene comune; l’obbedienza, vissuta come fiducioso ascolto; la castità giovanile, come segno della limpidezza nelle relazioni e nel dono di sé; la povertà, come educazione alla sobrietà nell’uso dei beni e a una vita semplice. Elemento necessario di questa formazione spirituale è soprattutto la vita liturgica e sacramentale, alla quale i giovani dovranno prendere parte con sempre più viva consapevolezza, secondo il progredire dell’età, unitamente alla devozione mariana e agli altri esercizi di pietà quotidiani o periodici, che sono da stabilirsi, come per gli altri aspetti, nei regolamenti di ciascun Seminario.
  5. I giovani ricevano la preparazione scolastica richiesta nel proprio Paese per accedere agli studi universitari . Inoltre, cerchino di conseguire il titolo civile di studio, anche per godere della libertà e della possibilità di scegliere un altro stato di vita, qualora non venga riconosciuta in loro la chiamata al sacerdozio. Sarebbe conveniente che il Seminario offrisse anche una formazione complementare, valorizzando, ad esempio, aspetti culturali, artistici, sportivi, etc. Gli studi potranno essere compiuti nelle scuole proprie del Seminario, presso scuole cattoliche esterne o altre scuole.
  6. Data l’importanza e l’esigenza della sfida formativa nel tempo adolescenziale, nel quale inizia la maturazione dell’identità dei ragazzi, è necessario che essi siano accompagnati da formatori che capiscano le esigenze della loro età, siano buoni educatori e testimoni del Vangelo. È auspicabile che i formatori possano avvalersi della collaborazione dei genitori, i quali, soprattutto in questa fase, hanno un ruolo fondamentale per il processo di crescita dei propri figli, nonché del sostegno e della vicinanza della comunità parrocchiale d’origine. Inoltre, i formatori curino che i seminaristi mantengano convenienti e anche necessari rapporti con le proprie famiglie e con i loro coetanei, avendo bisogno di tali rapporti per un sano sviluppo psicologico, specialmente per quanto riguarda la vita affettiva.

(Testo tratto dalla Ratio fundamentalis “Il dono della vocazione presbiterale”)